MARIE LUISE KASCHNITZ
MARIE LUISE KASCHNITZ (1901-1974)
Discendente da nobile famiglia alsaziana, libraia a Weimar e a Monaco, esercitò la stessa professione a Roma, dove conobbe l'archeologo viennese G. von Kaschnitz-Weinberg, che sposò nel 1925 e accompagnò poi in tutti i suoi viaggi di studio. La sua poesia, fortemente autobiografica, mira a coniugare severità di forma e problematica moderna e affronta la crudeltà della guerra e del dolore senza cedere a patetismi. Il suo primo romanzo è del 1933 mentre la prima raccolta poetica è del 1947. Nel 1970 riceve il premio Hebbel, morirà a Roma nel 1974. Nel panorama della lirica tedesca del Novecento, la parola poetica di Marie Luise Kaschnitz si distingue per aver saputo esprimere la consapevolezza della della realtà senza mai cedere di fronte alla devastazione e al mistero del dolore, alla tentazione del silenzio o di un indecifrabile ermetismo. La quotidianità della seconda guerra mondiale e alcuni anni dopo, la morte del marito, furono esperienze di vita che segnarono profondamente l'evoluzione della lirica della Kaschnitz verso toni e forme di grande modernità.
L'IMPERDIBILE
Roma. Veduta notturna.
mura brunoazzurre
travature illuminate
e i cedri
dalle cime sghembe
contro il cielo più chiaro.
Immagini imperdibili. Così
scorreva sul Danubio la corona
di fiori settembrini
a memoria dei suicidi
fiammeggiante verso la foce. Così
cadevano le gocce intrise di luna
dal remo
quando tornavamo al porto
e cercavamo giù nel fondo
nell'acqua nerochiara
i mercanti dei morti.
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