FOOD FOR SOUL



Food for Soul nasce come proseguo naturale dell’operato del Refettorio Ambrosiano a Milano, un progetto ideato da Massimo Bottura, in risposta al tema lanciato da Expo2015: “Nutrire il pianeta”. Qui designer e artisti rinomati hanno contribuito a trasformare un teatro abbandonato nella periferia di Milano in un ambiente luminoso e suggestivo. Più di 65 chef da tutto il mondo hanno preso posto ai fornelli per convertire il surplus alimentare proveniente dai padiglioni in pasti caldi e nutrienti, serviti ai senzatetto e i bisognosi dell’area. 




Food for Soul è stata istituita per replicare il modello del Refettorio in più città e istituire progetti correlati che potessero contribuire ad accrescere la consapevolezza su spreco alimentare e isolamento sociale. L’associazione no-profit è stata presentata ufficialmente da Massimo Bottura ad Aprile 2016. Da allora ad oggi sono stati serviti più di 16.100 pasti gratuiti, che includono 48.300 piatti con il coinvolgimento di più di 210 chef, internazionali e locali, che hanno cucinato pro-bono nelle mense comunitarie ed interessato circa 600 volontari che hanno offerto il loro tempo e le loro energie per servire pasti e offrire un'esperienza unica salvando 25 tonnellate di surplus alimentare, trasformandolo in pasti caldi e nutrienti.




Food for Soul non è un progetto di beneficenza: è un progetto culturale. Oltre a essere una fonte di nutrimento, la condivisione di un pasto è anche un gesto d’inclusione. I progetti si basano su tre assunti fondamentali: RENDERE VISIBILE L'INVISIBILE, tutti i pasti sono cucinati con ingredienti ricavati dalle eccedenze alimentari donate dalla grande distribuzione e dai piccoli e medi produttori. ETICA ED ESTETICA SONO UNA COSA SOLA, i Refettori si nutrono di contaminazioni d’arte, design e bellezza, ricreando ambienti che siano d’ispirazione per gli ospiti e per la comunità intera. Per questo, si raccolgono fondi per ristrutturare spazi abbandonati in aree periferiche o marginalizzate coinvolgendo architetti, artisti e designer che donano il loro contributo alla realizzazione dello spazio. Offrire un pasto è un gesto di inclusione. I nostri volontari servono gli ospiti direttamente al tavolo affinché possa crearsi prima di tutto un contatto umano. In un’ottica più estesa, miriamo a costituire i Refettori come centri culturali di riferimento per le comunità coinvolte, dove possano crearsi legami solidali attraverso tutte le fasce sociali.

Da questa esperienza nasce “Theater of Life”, un documentario del regista canadaese Peter Svatek, che ha scelto di raccontare la storia del Refettorio Ambrosiano attraverso i ritratti degli chef che si sono avvicendati in cucina, e quelli di sei ospiti con cui hanno condiviso il pane.



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