UNA RAGAZZA DA TIFFANY
Dopo la "Passione d'Artemisia" eccomi entrare nel mondo di Clara nel libro di Susan Vreeland. Nel suo libro Susan ci porta indietro nel tempo nel 1892, a Manhattan, dove un’elaborata insegna in bronzo fa bella mostra di sé. Tiffany Glass & Decorating Company. Oltre quella porta, si schiude un grande salone con enormi 
vetrate appese al soffitto e imponenti mosaici poggiati alle pareti. E 
poi vasi dalle linee morbide, pendole, candelabri Art Nouveau, lampade 
con paralumi di vetro soffiato in mille splendidi colori. È il regno 
di Louis Comfort Tiffany, pittore e delle Tiffany girls, le ragazze di Tiffany,
 come sono chiamate a Manhattan le donne che l’artista ha riunito 
attorno a sé. Radunate nel laboratorio al quinto piano, 
le ragazze tagliano il vetro con estro, e disegnano e dipingono alacremente. Vi è
 Wilhelmina, impertinente diciassettenne dall’alta statura, Mary 
diciottenne dai capelli rossi, Cornelia, riservata e taciturna, Agnes, 
l’altera, la prima donna cui Tiffany ha accordato l’onore di dipingere i
 soggetti delle sue vetrate. E, infine, Clara Wolcott Driscoll. Giovane
 vedova in un laboratorio dove vige la regola, imposta dal padre di 
Louis, di impiegare solo fanciulle non maritate, Clara è l’artefice 
autentica delle creazioni Tiffany. È lei, infatti, a ideare quegli 
oggetti meravigliosi, i paralumi di vetro soffiato, decorati con uno 
stile che sembra celebrare la gioia e il mistero di un secolo che deve 
ancora iniziare. Una ragazza da Tiffany è, soprattutto, la sua
 storia. Una storia in cui Susan Vreeland non celebra soltanto un 
talento misconosciuto, ma illumina anche gli slanci, i desideri e le 
ambizioni di una giovane donna nella metropoli americana pronta a 
tuffarsi nella grande avventura del Novecento.



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