L'ANGOLO DI FABIENNE
GIAPPONE, LA TRISTE FINE DEI CEDRI CENTENARI DIVENTATI RADIOATTIVI IN POCHI GIORNI.
20
mesi dopo la catastrofe nucleare di Fukushima-Daiichi, mentre
parecchie decine di migliaia di persone protestavano di nuovo ieri a
Tokio contro la precipitosa rimessa in servizio dei reattori di Ohi,
un servizio del NHK, diffuso il 9 novembre, ci informava sui lavori di
decontaminazione effettuati a Minamisoma, una città situata
parzialmente fuori dalla zona di interdizione ma tuttavia contaminata
al livello di 15 a 20 mSv "annui."
Ricordatevi, non è passato così tanto tempo, il Giappone sperava di mettere velocemente a punto delle "nuove" tecniche di decontaminazione high-tech. Sul terreno, 20 mesi dopo la catastrofe, la realtà è ben altra: nei comuni contaminati, gli impiegati e talvolta i volontari-incaricati di questo lavoro diverso dagli altri, si sono accorti finalmente che la "decontaminazione tradizionale" basata sull'uso di pulitori ad alta pressione non faceva altro che spostare temporaneamente il problema dai tetti verso le grondaie, dalle grondaie verso i giardini, dai giardini verso i fossati ed i fiumi. Contrariamente alle informazioni ricevute, non potevamo sbarazzarci così facilmente della contaminazione.
Nella parte di Minamisoma non evacuata, gli addebiti di dose raggiungono 2 µSv/h, 17 mSv/an
Il reporter NHK si trova a Minamisoma al livello di una di queste zone che superano 1µSv/h (05:00). Precisa che i risultati della decontaminazione nonostante gli sforzi non hanno portato i risultati aspettati.
Good morning minamisoma!
La radio locale MinamiSoma Disaster FM trasmette a inizio di programma i livelli giornalieri di radioattività: tra 1.5 e 3 µSv/h, il tutto somiglia furiosamente ad una diffusione codificata della celebre radio Russa UVB-76 ma su un fondo di musica dolce (05:40). A sentire questa diffusione, a vedere le immagini serene del servizio diffuse dietro alle cifre che sfilano, a nessuno verrebbe in mente l'idea di un Giappone post-apocalittico, ma questa voce neutra, questo ciclista indifferente, i bambini gioiosi delle scuole contaminate, cosa diventeranno tra 5 anni, 10 anni, 20 anni? Situata al di là della zona dei 20 km, la parte di Minamisoma che si trova ai piedi delle montagne è stata estremamente colpita dalla contaminazione, pure trovandosi leggermente fuori dal limite di evacuazione fissato dalle autorità nazionali a 20 mSv/an. Le autorità municipali sono state cosi costrette a tentare di decontaminare le strutture pubbliche ed in priorità le scuole, poiché si sa che i bambini, più che gli adulti, sono più facimente colpiti dalla radioattività. L'obiettivo era di diminuire la dose da dieci a venti volte riportandola alla soglia annua di 1 mSV 1. In apparenza, l'obiettivo sembra essere stato raggiunto al livello della scuola (07:00), ma a quale prezzo, e cosa diventano poi le enormi quantità di terra contaminata tolta dal suolo?
Prima sorpresa: gli abitanti decontaminano loro stessi gli accessi della scuola
Nonostante questi investimenti astronomici, sono gli abitanti stessi a procedere alla decontaminazione delle vie e strade di accesso alla scuola. Qui (07:20) ritroviamo la celebre e presto obsoleta tecnica del karcher che spinge "altrove" la radioattività.
Seconda sorpresa: il conto non torna!
Ricordatevi, non è passato così tanto tempo, il Giappone sperava di mettere velocemente a punto delle "nuove" tecniche di decontaminazione high-tech. Sul terreno, 20 mesi dopo la catastrofe, la realtà è ben altra: nei comuni contaminati, gli impiegati e talvolta i volontari-incaricati di questo lavoro diverso dagli altri, si sono accorti finalmente che la "decontaminazione tradizionale" basata sull'uso di pulitori ad alta pressione non faceva altro che spostare temporaneamente il problema dai tetti verso le grondaie, dalle grondaie verso i giardini, dai giardini verso i fossati ed i fiumi. Contrariamente alle informazioni ricevute, non potevamo sbarazzarci così facilmente della contaminazione.
Nella parte di Minamisoma non evacuata, gli addebiti di dose raggiungono 2 µSv/h, 17 mSv/an
Il reporter NHK si trova a Minamisoma al livello di una di queste zone che superano 1µSv/h (05:00). Precisa che i risultati della decontaminazione nonostante gli sforzi non hanno portato i risultati aspettati.
Good morning minamisoma!
La radio locale MinamiSoma Disaster FM trasmette a inizio di programma i livelli giornalieri di radioattività: tra 1.5 e 3 µSv/h, il tutto somiglia furiosamente ad una diffusione codificata della celebre radio Russa UVB-76 ma su un fondo di musica dolce (05:40). A sentire questa diffusione, a vedere le immagini serene del servizio diffuse dietro alle cifre che sfilano, a nessuno verrebbe in mente l'idea di un Giappone post-apocalittico, ma questa voce neutra, questo ciclista indifferente, i bambini gioiosi delle scuole contaminate, cosa diventeranno tra 5 anni, 10 anni, 20 anni? Situata al di là della zona dei 20 km, la parte di Minamisoma che si trova ai piedi delle montagne è stata estremamente colpita dalla contaminazione, pure trovandosi leggermente fuori dal limite di evacuazione fissato dalle autorità nazionali a 20 mSv/an. Le autorità municipali sono state cosi costrette a tentare di decontaminare le strutture pubbliche ed in priorità le scuole, poiché si sa che i bambini, più che gli adulti, sono più facimente colpiti dalla radioattività. L'obiettivo era di diminuire la dose da dieci a venti volte riportandola alla soglia annua di 1 mSV 1. In apparenza, l'obiettivo sembra essere stato raggiunto al livello della scuola (07:00), ma a quale prezzo, e cosa diventano poi le enormi quantità di terra contaminata tolta dal suolo?
Prima sorpresa: gli abitanti decontaminano loro stessi gli accessi della scuola
Nonostante questi investimenti astronomici, sono gli abitanti stessi a procedere alla decontaminazione delle vie e strade di accesso alla scuola. Qui (07:20) ritroviamo la celebre e presto obsoleta tecnica del karcher che spinge "altrove" la radioattività.
Seconda sorpresa: il conto non torna!
Mentre il dosimetro installato nella scuola segnala un addebito di dose ambientale quasi troppo bello per essere vero, gli abitanti-decontaminatori di Fukuno devono arrendersi all'evidenza: una semplice pulizia superficiale non basta perché la radioattività si riconcentra appena la polvere si rideposita al suolo,il karcher spinge solo i radionuclidi verso i bordi della strada cementata solitamente fatta dagli scolari.
Terza sorpresa: una velocità di "decontaminazione" stimata in 10 metri di marciapiede l'ora
Un altro problema è che passata la decontaminazione iniziale che ciascuno pensava finale gli effettivi delle squadre di decontaminatori dilettanti si sono velocemente ridotti chissà perché! È un fatto: il compito è immenso ed i volontari si stancano velocemente, ricompensati male per un cantiere imal stimato dal principio, senza neanche evocare i rischi che questa popolazione affronta coi mezzi ridicolmente poco appropriati, come le maschere monouso e gli abiti da giardinaggio.
Quarta sorpresa: anche dentro le scuole, rimangono punti caldi
Il nostro amico T. Kodama visita una delle scuole recentemente decontaminate e si accorge che ci sono ancora dei punti caldi sotto il tetto, particolarmente nelle tubature e grondaie che hanno riconcentrato la radioattività spinta dal tetto (10:48). Nella palestra, un innocuo aspirapolvere si rivela oramai una fonte radioattiva minacciosa: 2 µSv/h (12:00). non osiamo reiterare il paragone tra dei filtri di aspirapolvere o di climatizzatore e dei polmoni umani. Kodama aveva gridato, gridiamo con lui: nessun altro sembra avere preso coscienza della gravità della situazione sanitaria nelle zone vicine non-evacuate! Il Dr. Kodama resta tuttavia ottimista stimando che 3 campagne di decontaminazione dovrebbero avere ragione degli estremi punti caldi e restituire un aspetto quasi normale alle scuole. Quasi…
Quinta sorpresa: la motosega, attrezzo estremo di decontaminazione?
Visitando le abitazioni di Minamisoma, il Dr Kodama ha definito che le particelle radioattive non erano tanto concentrate nelle abitazioni stesse il che è rassicurante ma sembravano provenire dall'alto. Una volta fuori, Kodama ed i suoi assistenti hanno constatato che la fonte radioattiva proveniva in effetti dai grandi alberi che circondano l'abitazione e che presentavano un addebito di dose di 1.5 µSv/h rilevato al livello del suolo. Questi magnifici cedri (Igoune) avevano protetto le abitazioni durante decine addirittura centinaia di anni e ora si rivelano pericolosi, per il semplice fatto di essere stati esposti agli effetti oscuri di un concentrato di pretesa, di stupidità e di avarizia umana chiamata energia elettronucleare. La sorte dei cedri era segnata: se gli alberi avevano forse temporaneamente resistito alla radioattività, non hanno resistito molto tempo alla motosega.
Tradotto per Biancheggiando da Fabienne Melmi.
Fonte : Losing the sheltering trees, NHK, 9/11/12 (vidéo de 49 minutes, anglais) http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=or_rksDBssw
http://gen4.fr/2012/11/japon-cedres-centenaires-radioactifs.html
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