L'ANGOLO DI FABIENNE
COME I PIU GROSSI INQUINATORI DEL PIANETA SI "COMPRANO" LE ORGANIZZAZIONI ECOLOGISTE.
Fin dove le organizzazioni ambientaliste sono pronte a compromettersi per concludere delle partnership con le grandi imprese?
Abbiamo
raccolto la testimonianza inequivocabile di una ex dipendente della
potente ONG statunitense Conservation International, Christine
MacDonald, giornalista ed autrice del libro Green. Inc. In cambio delle
generose donazioni, questa organizzazione aiuta delle multinazionali
come Monsanto, BP, Total o Walmart a "rendere più verde" la loro
immagine. O consiglia il venditore di armi Lockheed Martin nel
riciclaggio delle schegge di granate raccolte sui campi di battaglia.
Si può essere al tempo stesso venditore di armi e proteggere l'ambiente?
Sì,
risponde Conservation International, un ONG statunitense. In un video
pubblicato dalla rivista inglese Don't Panic, due giornalisti si sono
spacciati per rappresentanti di Lockheed Martin, un'impresa americana
che rifornisce numerosi eserciti di aerei da caccia e bombardieri. Il
loro obiettivo? Vedere come l'associazione di preservazione
dell'ambiente può aiutarli a "rendere più verde" la loro immagine.
Le
azioni in favore dell'ambiente presentate dai falsi rappresentanti di
Lockheed Martin sono perlomeno stupefacenti: "Abbiamo detto loro che
una nostra principale strategia per preservare l'ambiente naturale era
il riciclaggio delle schegge di granate delle zone di battaglie, che
utilizzavamo per fabbricare delle nuove bombe", racconta Heydon Prowse,
un giornalista di Don't Panic. Alcuni argomenti sviluppati sul sito di
Lockheed Martin.
Sufficiente per indignare la rappresentante di Conservation International? Assolutamente no.
Propone
ai venditori di armi di diventare membri di un "Consiglio del Business
e della sostenibilità " che riunisce già le imprese Cargill, Shell,
Monsanto o Chevron -dei modelli di sviluppo duraturo! -e di apparire
così sul sito dell'ONG nell'elenco delle imprese impegnate nella
protezione dell'ambiente.
Degli "uccelli di preda" come mascotte. In
cambio, l'impresa americana deve pagare 37.500 dollari. E per circa
240.000 dollari, altre opzioni di sponsoring possono essere prese in
considerazione. Altre possibilità: sviluppare dei "messaggi verdi"
pertinenti o utilizzare gli "uccelli di preda" dell'Africa
settentrionale, una specie in pericolo, come mascotte per Lockheed
Martin, attivo nel settore dell'aviazione.
Per
Conservation International, come l'industria petrolifera o quella degli
OGM, le imprese di "difesa e di sicurezza" non sembrano essere
incompatibili con la difesa dell'ambiente. Northrop Grumman, un'impresa
di difesa statunitense, fornitore del Pentagono, fa già parte del suo
famoso consiglio di "sostenibilità". Del resto il direttore di Northrop
è membro del Consiglio di amministrazione di Conservation
International.
Benvenuto al club!
Christine
MacDonald conosce molto bene Conservation International. Questa
giornalista indipendente ha lavorato durante sette mesi, nel 2006, per
l'organizzazione ambientalista, nel settore della comunicazione. Dalla
sua esperienza e da un lavoro di investigazione che ne ha seguito, ha
scritto un libro, "Green Inc. : An Environmental Insider Reveals How a
Good Cause Has Gone Bad" , una sua riflessione molto critica su queste
organizzazioni ambientaliste di conservazione.
Cosa pensate dell'inchiesta realizzata da Don't Panic?
Christine
MacDonald: Sottolinea quanto Conservation International, (CI), ed i
suoi rivali tra le grosse associazioni di preservazione dell'ambiente,
hanno perso di vista la loro missione nella competizione che si fanno
per raccogliere dei doni dalle imprese, (il suo bilancio rasenta i 290
milioni di dollari).
Se sentite come risponde la
responsabile di CI (vedere video in inglese:
http://www.dontpaniconline.com/DPTV/undercover-with-conservation-international),
non suggerisce mai che CI potrebbe aiutare Lockheed Martin a
migliorare le sue pratiche ambientaliste. Invece, tutta la discussione è
centrata su come CI può aiutare l'impresa a migliorare la sua
immagine legando la sua marca a delle specie in pericolo.
Come
spiegare che questa organizzazione ambientalista, come altre, sembra
non preoccuparsi della natura delle attività delle grosse imprese con
chi sigla degli accordi?
Un dipendente di CI,
che ho intervistato dopo la sua partenza dall'ONG, l'ha riassunto in
questo modo: per questi gruppi di conservazione, è "sexy" reclutare
dei donatori del mondo dell'impresa, e reclutare le imprese le più
inquinanti è ancora "più sexy". Accumulando le partnership, le
organizzazioni ci guadagnano in prestigio: dicono che cosi sono
ascoltate dal mondo dell'impresa e dunque che stanno influenzandole
verso un più grande rispetto dell'ambiente. E poiché le ONG sono sempre
più numerose a cercare di attirare questi fondi, è nata così una vera
competizione tra esse.
Queste organizzazioni
ambientaliste devono alimentare le loro riserve finanziarie. Funzionano
secondo lo stesso modello delle grosse imprese, con dei presidenti, un
consiglio di amministrazione, una gerarchia verticale. Ma non
fabbricano e non vendono niente. Solo i loro marchi, riconosciuti da
molta gente, possono riportar loro del denaro.
Come funzionano queste organizzazioni di conservazione dell'ambiente?
Come
lo mostra il video di Don't Panic, CI è un gruppo esperto nella
valorizzazione del suo nome-il suo marchio-per attirare i fondi. Dei
fondi di cui l'organizzazione ha bisogno per pagare gli altissimi
stipendi [il Presidente di CI, Peter Seligmann, ha guadagnato più di
470.000 dollari nel 2010], mantenere i suoi uffici "chics" ovunque
nel mondo e continuare a ridistribuire ogni anno i suoi milioni di
dollari , a gruppi ambientalisti più piccoli e a ricercatori [1].
Questa
ridistribuzione a gruppi più piccoli è molto importante poiché aiuta
le organizzazioni come CI a mantenere la loro posizione alta nella
gerarchia di quelli che lottano per la conservazione dell'ambiente.
Inoltre, questo peso economico è usato per scoraggiare le altre ONG
ambientaliste a criticarli, per paura di perdere i fondi.
Certe
organizzazioni, come il WWF, affermano che devono lavorare mano nella
mano con le grosse imprese in modo da farle cambiare. Cosa ne pensate?
Da
decenni, ONG come CI, The Nature Conservancy (TNC), il WWF, legate a
grosse imprese, proclamano che influenzano i loro benefattori del mondo
dell'impresa verso un funzionamento più rispettoso dell'ambiente. Ci
accorgiamo facilmente che i progressi realizzati da queste imprese
sono superficiali. L'approccio " corto-termista" che valorizza le
logiche borsiste piuttosto che una crescita sostenibile, continua a
dominare.
Il che non sembra disturbare numerose associazioni di preservazione...
Se
guardate la composizione dei donatori e dei membri del Consiglio di
amministrazione di organizzazioni come CI, WWF o il TNC, è l'elenco
telefonico mondano dei peggiori inquinatori del pianeta! Queste stesse
imprese finanziano delle campagne di lobbying estremamente costose a
Washington per bloccare delle leggi che mirano a rispondere alle poste
in gioco climatiche. Attaccano l'Agenzia statunitense di Protezione
dell'Ambiente ed indeboliscono le leggi contro l'inquinamento o per la
salute pubblica. Pure utilizzando, parallelamente, i loro legami con
questi gruppi ambientalisti per rivalutare la loro immagine pubblica.
Da tempo, questi grandi inquinatori sanno fare tacere le critiche. Ogni
volta che un'impresa fa una donazione ad un gruppo ambientalista, ciò
serve ad "utilizzare" l'organizzazione e ad indebolire le sue missioni.
Quando lavoravate per CI, gli impiegati erano coscienti di questa manipolazione e di questo greenwashing?
C'erano
molte lamentele all'interno di CI su certe delle sue partnership.
Particolarmente con le imprese petrolifere come BP e le compagnie
minerarie che dovevano rispondere al tempo stesso alle critiche
ambientaliste ma anche alle violazioni dei diritti umani. Ma poche
persone facevano sentire le loro critiche, anche dentro
all'organizzazione.
Durante una riunione del team della
comunicazione, uno dei miei colleghi parlava di progetti per estendere
una grossa campagna pubblica condotta con BP. Alcuni giorni prima,
avevo letto che BP era stata nominato dall'Agenzia di Protezione
dell'Ambiente (EPA) come essendo il proprietario della raffineria la più
inquinante del paese. Una dei miei colleghi lo fece notare. Il gruppo
reagii' allora come se avesse detto una parolaccia. Nessuno, tra i 30 e
40 presenti, tutti sedicenti ecologisti, aveva qualche cosa da ridire
a proposito della partnership tra CI ed un'impresa che l'EPA-che non
si può dire essere un riferimento di attivisti radicali-aveva
designato come il più grande inquinatore del paese. Dopo alcuni minuti
di silenzio imbarazzante, la riunione riprese, come se l'osservazione
non fosse mai stata fatta. E poco tempo dopo, la campagna con BP è
stata avviata.
Come hanno reagito i vostri ex colleghi alla pubblicazione del vostro libro?
Le
reazioni sono state diverse. A parecchi attuali o ex dipendenti di
CI, il mio libro è piaciuto. Sono a favore del fatto che queste
questioni siano rese pubbliche. Ma per quelli che continuano a lavorare
in questo settore, prendere la parola è molto rischioso. Un dipendente
di Nature Conservancy ha perso il posto di lavoro dopo avere fatto
l'elogio del mio libro su Internet. Altri, all'interno di Conservation
International, hanno provato a screditare il mio libro come essendo
inesatto, ma non hanno avuto veramente successo.
Tre
anni dopo la sua pubblicazione, Green Inc. sembra avere più eco,
mentre numerose persone diventano coscienti che questi gruppi
ambientalisti sono debitori nei confronti delle imprese con cui
lavorano. Cominciamo a chiederci se questo legame con le imprese
inquinanti non è una delle ragioni per cui il movimento ambientalista
non è riuscito a mobilitare nella lotta contro il cambiamento climatico.
Mi rallegro di vedere un dibattito aprirsi sui mezzi per rivitalizzare
il movimento ambientalista. L'incognito è sapere se questo dibattito
condurrà all'azione o no.
Note : [1] conservation
International è partner del WWF, di Care e di centinaia di associazioni
e di fondi di preservazione attraverso il mondo.
di Simon GOUIN 15 Giugno 2011
http://www.bastamag.net/article1550.html
Tradotto per Biancheggiando da Fabienne Melmi.
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