L'ANGOLO DI FABIENNE
A FUKUSHIMA, L'IMPLOSIONE DI UN SISTEMA ENERGETICO
Il 23 marzo 2011 - Dopo l'eruzione del vulcano islandese che aveva inchiodato al suolo una delle più splendenti invenzioni umane, la catastrofe naturale che subisce il Giappone ci ricorda la fragilità degli affari umani e la loro dipendenza rispetto agli elementi non prevedibili e non dominabili.
Davanti a questi eventi, le società devono proteggersi, acclimatarsi, alzando sia dighe materiali che barriere filosofiche e culturali. Il popolo giapponese ha imparato a vivere con la possibilità di queste catastrofi, ha messo in opera dei mezzi materiali ed un'organizzazione sociale che limitano l'ampiezza della catastrofe umana. I media hanno rilevato instancabilmente il "fatalismo" del popolo giapponese, senza vedere che tali eventi ridicolizzano il volontarismo e che, piuttosto che fatalismo, è forse la coscienza più acuta della vulnerabilità delle società che si esprime.
Ma, mentre il Giappone ha eretto queste costruzioni materiali per proteggersi, ha anche ceduto alla credenza nell'infinito potere della tecnica, alla prevedibilità degli oggetti fabbricati dagli uomini, all'infinita razionalità delle scelte umane, al punto di installare delle centrali nucleari su delle faglie sismiche. Ciò che sembra evidente una volta avvenuta la catastrofe prima era considerato come improbabile nel calcolo dei rischi. Allora, come per la catastrofe di Tchernobyl, la caccia ai responsabili esterni è aperta.
In prima linea, l'impresa Tepco. Ha accumulato dei mancamenti e delle negligenze, e questo tanto più che è un'impresa privata, sottomessa alle esigenze di redditività a breve termine. È l'argomento maggiore di difesa del nucleare pubblico che sarebbe solo in grado di permettere il rischio zero o di avvicinarsene. Al di là della catastrofe di Tchernobyl per la quale l'incuria dello stato e del sistema burocratico è stata messa in causa, parliamo dell'atomo francese, costruito, promosso ed imposto dallo stato e da un'impresa nazionale, nella più grande opacità. La burocrazia non è l'appannaggio degli ex-sistemi "socialisti": è cosostanziale al sistema nucleare.
Nessuno Stato può essere agli ordini della natura né può prevedere la concatenazione dei processi che conducono all'infatuazione nucleare. La centrale di Saint-Laurent-des-Eaux, (Loir et Cher), ha conosciuto un incidente di livello 4 nel 1980, successo dopo un precedente nel 1969. Una parte del reattore pubblico è entrata in fusione e dei rigetti radioattivi sono stati trovati su più di 200 km, fino all'estuario della Loira. Si è sentito parlare allora di un studio epidemiologico per misurare le conseguenze di questi rigetti? No.
Designare dei responsabili ha senso solo se comprendiamo che l'impresa Tepco è al nucleare ciò che Kerviel è alla crisi finanziaria. La contaminazione lunga impedirà ogni ritorno alla "normalità" malgrado le previsioni degli economisti di servizio, già felici delle possibilità di crescita per la ricostruzione.
In seconda linea, l'esposizione specifica del Giappone alle catastrofi naturali maggiori. Riteniamo semplicemente che la perdita dell'alimentazione elettrica, in seguito allo tsunami, permettendo il raffreddamento, o il guasto dei diesel di soccorso, possono prodursi per altre ragioni meno drammatiche. La centrale di Blayais ha sfiorato l'incidente nel 1999 dopo una forte tempesta. Senza parlare di quelle di Fessenheim e del Tricastin, situate in zone sismiche.
In terzo luogo, non si può uscire subito dal nucleare! Certo. Ma ciò che possiamo fare subito è prendere la decisione di uscirne con delle misure immediate per assicurare la transizione, la sicurezza per i cittadini e per i lavoratori del nucleare. Si tratta in un primo tempo dell'arresto dei nuovi progetti o dei progetti in corso, della chiusura delle centrali più vecchie, al posto del loro previsto prolungamento. Queste misure devono essere accompagnate da un piano di sviluppo delle rinnovabili.
La catastrofe giapponese dimostra l'implosione di un sistema energetico globale, concepito per alimentare un processo di crescita infinita, un accumulo infinito di capitale. L'imballatura dei reattori e particelle è all'immagine dell'imballatura di un modello che non può essere raffreddato dall'interno e che esige un grande cambiamento.
TRADOTTO PER BIANCHEGGIANDO DA FABIENNE MELMI.
Fonte: http://www.france.attac.org/articles/fukushima-l-implosion-d-un-syst-me-nerg-tique?sms_ss=facebook&at_xt=4d98ccc08fd251a3%2C0
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Il 23 marzo 2011 - Dopo l'eruzione del vulcano islandese che aveva inchiodato al suolo una delle più splendenti invenzioni umane, la catastrofe naturale che subisce il Giappone ci ricorda la fragilità degli affari umani e la loro dipendenza rispetto agli elementi non prevedibili e non dominabili.
Davanti a questi eventi, le società devono proteggersi, acclimatarsi, alzando sia dighe materiali che barriere filosofiche e culturali. Il popolo giapponese ha imparato a vivere con la possibilità di queste catastrofi, ha messo in opera dei mezzi materiali ed un'organizzazione sociale che limitano l'ampiezza della catastrofe umana. I media hanno rilevato instancabilmente il "fatalismo" del popolo giapponese, senza vedere che tali eventi ridicolizzano il volontarismo e che, piuttosto che fatalismo, è forse la coscienza più acuta della vulnerabilità delle società che si esprime.
Ma, mentre il Giappone ha eretto queste costruzioni materiali per proteggersi, ha anche ceduto alla credenza nell'infinito potere della tecnica, alla prevedibilità degli oggetti fabbricati dagli uomini, all'infinita razionalità delle scelte umane, al punto di installare delle centrali nucleari su delle faglie sismiche. Ciò che sembra evidente una volta avvenuta la catastrofe prima era considerato come improbabile nel calcolo dei rischi. Allora, come per la catastrofe di Tchernobyl, la caccia ai responsabili esterni è aperta.
In prima linea, l'impresa Tepco. Ha accumulato dei mancamenti e delle negligenze, e questo tanto più che è un'impresa privata, sottomessa alle esigenze di redditività a breve termine. È l'argomento maggiore di difesa del nucleare pubblico che sarebbe solo in grado di permettere il rischio zero o di avvicinarsene. Al di là della catastrofe di Tchernobyl per la quale l'incuria dello stato e del sistema burocratico è stata messa in causa, parliamo dell'atomo francese, costruito, promosso ed imposto dallo stato e da un'impresa nazionale, nella più grande opacità. La burocrazia non è l'appannaggio degli ex-sistemi "socialisti": è cosostanziale al sistema nucleare.
Nessuno Stato può essere agli ordini della natura né può prevedere la concatenazione dei processi che conducono all'infatuazione nucleare. La centrale di Saint-Laurent-des-Eaux, (Loir et Cher), ha conosciuto un incidente di livello 4 nel 1980, successo dopo un precedente nel 1969. Una parte del reattore pubblico è entrata in fusione e dei rigetti radioattivi sono stati trovati su più di 200 km, fino all'estuario della Loira. Si è sentito parlare allora di un studio epidemiologico per misurare le conseguenze di questi rigetti? No.
Designare dei responsabili ha senso solo se comprendiamo che l'impresa Tepco è al nucleare ciò che Kerviel è alla crisi finanziaria. La contaminazione lunga impedirà ogni ritorno alla "normalità" malgrado le previsioni degli economisti di servizio, già felici delle possibilità di crescita per la ricostruzione.
In seconda linea, l'esposizione specifica del Giappone alle catastrofi naturali maggiori. Riteniamo semplicemente che la perdita dell'alimentazione elettrica, in seguito allo tsunami, permettendo il raffreddamento, o il guasto dei diesel di soccorso, possono prodursi per altre ragioni meno drammatiche. La centrale di Blayais ha sfiorato l'incidente nel 1999 dopo una forte tempesta. Senza parlare di quelle di Fessenheim e del Tricastin, situate in zone sismiche.
In terzo luogo, non si può uscire subito dal nucleare! Certo. Ma ciò che possiamo fare subito è prendere la decisione di uscirne con delle misure immediate per assicurare la transizione, la sicurezza per i cittadini e per i lavoratori del nucleare. Si tratta in un primo tempo dell'arresto dei nuovi progetti o dei progetti in corso, della chiusura delle centrali più vecchie, al posto del loro previsto prolungamento. Queste misure devono essere accompagnate da un piano di sviluppo delle rinnovabili.
La catastrofe giapponese dimostra l'implosione di un sistema energetico globale, concepito per alimentare un processo di crescita infinita, un accumulo infinito di capitale. L'imballatura dei reattori e particelle è all'immagine dell'imballatura di un modello che non può essere raffreddato dall'interno e che esige un grande cambiamento.
TRADOTTO PER BIANCHEGGIANDO DA FABIENNE MELMI.
Fonte: http://www.france.attac.org/articles/fukushima-l-implosion-d-un-syst-me-nerg-tique?sms_ss=facebook&at_xt=4d98ccc08fd251a3%2C0
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...traigo
RispondiEliminasangre
de
la
tarde
herida
en
la
mano
y
una
vela
de
mi
corazón
para
invitarte
y
darte
este
alma
que
viene
para
compartir
contigo
tu
bello
blog
con
un
ramillete
de
oro
y
claveles
dentro...
desde mis
HORAS ROTAS
Y AULA DE PAZ
COMPARTIENDO ILUSION
CHIARA
CON saludos de la luna al
reflejarse en el mar de la
poesía...
ESPERO SEAN DE VUESTRO AGRADO EL POST POETIZADO DE CHAPLIN MONOCULO NOMBRE DE LA ROSA, ALBATROS GLADIATOR, ACEBO CUMBRES BORRASCOSAS, ENEMIGO A LAS PUERTAS, CACHORRO, FANTASMA DE LA OPERA, BLADE RUUNER ,CHOCOLATE Y CREPUSCULO 1 Y2.
José
Ramón...
How are you? Your blog is very interesting and I thank you for your feedback. A hug!
RispondiEliminaThank you Jose, Thank you!!!
RispondiEliminaDear Mapache, also your blog is interesting and I like your pictures.