KARIN BOYE
KARIN BOYE (1900-1941)
Karin Maria Boye nasce nel sud della Svezia a Goteborg il 26 ottobre del 1900 da una famiglia di origine tedesche. Mostra fin dall'adolescenza una notevole inclinazione per la psicologia, l'etica e la religione buddista. Coltiva successivamente gli studi umanistici a Stoccolma. In questo periodo entra a far parte del gruppo svedese della rivista "Clarté", un movimento culturale e pacifista di cui la Boyle ne sarà una delle rappresentanti più significative.
La sua prima raccolta di liriche è del 1922 "Moln" (Nuvole).
Nel 1929 sposa lo scrittore Leif Bjiork anche lui militante di Clarté ma nonostante il forte legame fra i due il matrimonio naufraga nel giro di due anni. La causa è la bisessualità della Boyle.
Nel 1932 nel tentativo di chiarire a se stessa le ragioni della propria bisessualità la potessa si reca a Berlino per sottoporsi ad un trattamento di terapia analitica che non riuscirà però a portare a termine a causa della mancanza di denaro. Proprio a Berlino Karin si innamora di Margot Hanel, un amore tormentato a causa della forte differenza di età (dodici anni). Karin Boyle morirà suicida il 23 aprile 1941 giorno in cui le truppe tedesche invasero la Grecia per lei simbolo dell'amore e della bellezza. Si uccise su una collina nei dintorni di Goteborg e il suo corpo sarà ritrovato esanime ricoperto dall'edera alcuni giorni dopo.
CERTO CHE FA MALE
Certo che fa male, quando i boccioli si rompono.
Perchè dovrebbe altrimenti esitare la primavera?
Perchè tutta la nostra bruciante nostalgia
dovrebbe rimanere avvinta nel pallore gelato e amaro?
L'involucro fu il bocciolo, tutto l'inverno.
Cosa c'è di nuovo che consuma e dirompe?
Certo che fa male, quando i boccioli si rompono,
male a ciò che cresce
e a ciò che racchiude.
Certo che è difficile quando le gocce cadono.
Tremando d'inquietudine, pesanti, stanno sospese,
si aggrappano al ramoscello, si gonfiano, scivolano -
il peso le trascina giù, come provano ad arrampicarsi.
Difficile essere incerti, timorosi e divisi,
difficile sentire il profondo che attrae e chiama,
eppure rimanere ancora e tremare soltanto -
difficile voler stare
e voler cadere.
Allora, quando infine più niente aiuta
si rompono come esultando i boccioli dell'albero,
allora, quando non le trattiene più alcun timore,
cadono scintillando le gocce del ramoscello,
dimenticano che furono impaurite dal nuovo,
dimenticnao che furono in apprenssione per il viaggio -
conoscono per un secondo la più grande serenità,
riposano in quella fiducia
che crea il mondo.
Difficile il voler stare e il voler cadere... una frase che mi ha colpito perche' racchiude in se la lirica della vita, l'eterna indecisione e le labili certezze.
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto conoscere questa poesia e la vita dell'autrice
Clelia
Sì, in effetti non sono andata molto lontano...
RispondiEliminaNel frattempo vedo che tu hai completamente rivoluzionato il look del tuo blog, mi piacciono i colori, molto primaverili...
E' piu' luminoso!!!
Stupenda anche la poesia!!!
Ciao Clelia, anche a me la poesia piace moltissimo, mi ha colpito fin dalla prima lettura cosa che accade di rado perchè solitamente una poesia per piacermi deve un pò sedimentare.
RispondiEliminaBen tornata Donatella, mi fa davvero molto piacere.
Sensualissima poesia della Boye qui
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=IQDUpsMvVdU&list=UUh2Q-n8d2b-yAiTcB3Byf2Q&index=1&feature=plcp
grazie per la dritta!!!
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