MARINA CVETAEVA



MARINA CVETAEVA (1882-1941)

Marina Cvetaeva nasce a Mosca l'8 ottobre 1892, figlia di uno storico d'arte e di una pianista. Dotata di un carattere forte, indipendente e straordinariamente romantica, la giovane poetessa si taglia i capelli, fuma, viaggia da sola e vive delle storie d'amore. A 17 anni si sposa con Sergej Efron. Nel 1912 nasce la prima figlia Ariadna (Alja). Durante la rivoluzione di Febbraio del 1917 nasce la seconda figlia, Irina. A causa della guerra civile la Cvetaeva si trova separata dal marito, che si era unito all'esercito. Sola con due figlie in una Mosca in preda ad una carestia terribile la poetessa non riesce a conservare il posto di lavoro e durante l'inverno 1919-20 è costretta a lasciare la figlia più piccola in un orfanotrofio, dove morirà per denutrizione. Finita la guerra, la Cvetaeva riesce finalmente a entrare in contatto con il marito e nel maggio del 1922 emigra a Praga. Qui nasce il terzo figlio Mur. Nei primi anni del periodo dell'emigrazione la poetessa prende parte attivamente alla vita culturale russa. Viene pubblicata spesso e i suoi onorari diventano un sostegno essenziale per la famiglia. Successivamente però il marito passa dalla parte dei Soviet e insieme alla figlia primogenita torna in Russia. Marina è così boicottata dai suoi connazionali e vive in solitudine e povertà. Decide così di fare ritorno in Russia per riunire la famiglia. Il ritorno che avviene nel 1939 è traumatico. La figlia viene arrestata e deportata nei gulag mentre il marito è fucilato. L'estate successiva cominciò l'invasione tedesca e la Cvetaeva e il figlio vennero evacuati ad Elabuga, nella repubblica autonoma di Tataria. Marina chiede aiuto ad alcuni scrittori famosi per trovare lavoro ma non avendo ricevuto da loro alcun aiuto, è disperata. La domenica 31 agosto del 1941, rimasta da sola a casa, la Cvetaeva sale su una sedia e si impicca. Lascia un biglietto, scomparso negli archivi della milizia. Nessuno andò ai suoi funerali, svoltisi tre giorni dopo nel cimitero cittadino, e non si conosce il punto preciso dove fu sepolta.

L'EMIGRANTE
Tra voi: tra soldi, saldi, case, dosi,
tra dame e doti,
senza intese, pretese, preso sempre
per altri -

la primavera sotto le falde - perso sempre
di vista: in volo!
tremolo sospeso di usignolo - uno
solo, qualunque: eletto!

Timido - sempre in punta di piedi
mai leccati. Smarrito
tra ore, ere, empori:
Dio in un postribolo.

E' in più. E' - di lassù! Prega
altri dei. Nemico
del patibolo. Tra stracci di valute e visti -
esule di Vega.

Commenti

Posta un commento

Post più popolari