SIBILLA ALERAMO




SIBILLA ALERAMO (1876- 1960)

Sibilla Aleramo (pseudonimo di Rina Faccio) nasce ad Alessandria nel 1876. Giovanissima fu stuprata da un dipendente della vetreria del padre del quale rimase incinta e fu poi costretta a sposare, gravidanza che non portò a termine a causa di un aborto spontaneo. Prigioniera di un matrimonio non voluto e di un marito manesco cercò una via di fuga in una nuova gravidanza che portò alla nascita del figlio Walter. Ma la nascita del bambino non migliorò le cose e Rina tentò di avvelenarsi. Cominciò così a scrivere racconti e articoli per riviste femministe. Abbandona poi marito e figlio e si trasferisce a Milano. Nel 1899 assume la direzione del giornale milanese "Italia femminile". Dopo una relazione con Giovanni Cena, avrà tra i suoi amori Umberto Boccioni e una storia molto tormentata con Dino Campana. Nel 1925 sottoscrive il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Negli anni della seconda guerra mondiale aderisce al comunismo. Muore a Roma nel 1960 dopo una lunga malattia all'età di ottantatre anni.



ACERBO ORGOGLIO

Se bellissima ancora
quale un tempo mi dissero
essere vorrei talora,
e lume di perfezione
intorno sprigionare passando,
se i vent'anni obliati
riavere talora per te vorrei,
con la lor grazia aerea
alla tua simile che m'incanta,
un acerbo orgoglio tuttavia
il cuor mi solleva
per ciò che m'ami quale oggi sono,
così dalla lunga guerra lesa,
l'imminente sera sospesa
sulla chiara fronte,
e nel remoto tempo
ben così bramato avrei d'essere amata,
non per la bellezza di primavera soave
ma per il tessuto fore di mia vita,
forte tanto,
con la vena del canto aperta,
e in sua dolcezza limpida
tanto di nobiltà avvampante,
in tutto simile al tuo che adoro,
o mio fanciullo pur bellissimo.

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